La mela Carla, originaria dell’area fiorentina, era diffusa in collina o negli orti delle case padronali.
Antica cultivar italiana già ricordata da Gallesio (1817) che ne attribuì l’origine al territorio di Finale Ligure, da cui i sinonimi di Mela di Finale o Finalina. La Carla è segnalata sul catalogo dello Stabilimento Botanico Italiano di Pistoia del 1927, e su quello del Vivaio Baldacci di Pistoia del 1933. Branzanti e Sansavini la citano fra le mele presenti in Toscana nel 1964. E’ descritta da Breviglieri (1954) nell’Enciclopedia Agraria Italiana; Baldini e Sansavini l’hanno inserita nella monografia delle principali cultivar di melo (1967).
Sopravvive marginalmente con poche piante isolate in collina presso vecchi casolari.
Questa varietà è inserita nell’elenco per la tutale e la valorizzazione delle razze e varietà locali (L.R. n°64/04).
E’ una mela di medie dimensioni, la pianta di vigoria media, portamento aperto, fruttifica su lamburde e rami misti. La buccia è giallo-verde con sopraccolore rosso aranciato, la polpa è bianca, fondente e dolce, ideale per coltivazioni bio. Si raccoglie intorno al 20 di settembre ed è subito buona mantenendosi fino a primavera.
FRANCESCA, LA PREFERITA DAI MEDICI
Un’antica varietà di melo di origine Toscana, conosciuta fin dal periodo rinascimentale dalla famiglia dei Medici e illustrata nei dipinti di Bartolomeo Bimbi attorno al 1800.
Viene descritta accuratamente dal Gallesio nel suo viaggio in Toscana nel 1815, mentre il Breviglieri la descrive grazie ad un’indagine pomologica presentata presso il convegno di frutticoltura a Ferrara del 1949
Secondo Sansavini e Brazanti, la mela Francesca era la seconda varietà più diffusa in Toscana attorno agli anni 60 con una produzione media di 20000 quintali.
La varietà è tipicamente diffusa in tutta l’area fiorentina, anche se la maggiore concentrazione produttiva è compresa nel Valdarno Inferiore e in tutta la piana tra le province di Firenze e di Pisa.
Il nome Francesca deriva dalla vecchia Via Francigena, la strada che durante l’impero romano univa Roma alla Francia. Infatti lungo il passaggio della francigena, era usuale trovare degli alberi spontanei di melo Francesca lungo il tracciato, da cui poi si sarebbe selezionata la varietà suddetta. E’ originaria della provincia di Arezzo.
Questa mela possiamo ritrovarla sporadicamente anche nel centro Italia e in particolare nel Lazio, dove esiste un ecotipo molto particolare chiamato Francesca di Castelliri, tipica della provincia di Frosinone, dalla quale differisce per le caratteristiche del frutto.
Pianta di buona vigoria, chioma espansa, lento ad iniziare la fruttificazione, scarsa allegagione. Frutti di piccola dimensione, di forma tondeggiante appiattita e regolare. La buccia è di colore verdastro poco attraente, leggermente untuosa, con il procedere della maturazione la buccia tende a divenire di color giallo, polpa soda di color bianco, molto fine, succosa, acidula, profumata. Un tempo le donne erano solite porre le mele Francesca negli armadi per profumarli. E’ una varietà inserita negli elenchi dei prodotti tradizionali della regione Toscana.
Si raccoglie a metà ottobre.
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