Quantità per circa 25 pezzi
Non tutti sanno che l’origine del Ricciarello è araba. La sua storia inizia a Palermo con il Panis Martis, il marzapane che giunge fino in Toscana.
Era un dolce legato alla nobiltà e alle classi benestanti. Fu nella città di Siena che cominciò a divenire popolare: i marzelletti, cioè “bocconcelli di cosa buona”, venivano venduti per le feste che si tenevano in Piazza del Campo (dalle quali nella seconda metà del 1600 deriva il Palio come lo conosciamo oggi).
I Conventi e le botteghe degli speziali erano gli unici luoghi nei quali potevano essere recuperate le spezie e gli aromi indispensabili per dare profumo e conservare i cibi. Ed è qui che l’impasto di marzapane veniva utilizzato Inizialmente nella preparazione di torte. In seguito nacquero i marzelletti che uscirono dai Conventi e dalle farmacie. La variante senese di questi dolcetti nacque nel XV secolo e da allora è rimasta sempre la stessa e sappiamo che i ricciarelli senesi erano presenti sulla tavola di Caterina Sforza nel giorno delle sue nozze.
Il nome “ricciarello” in forma scritta compare per la prima volta solo nel XIX secolo.
Una leggenda dell’epoca narra che Ricciardetto della Gherardesca, tornato dalle crociate, portò questi dolci arricciati come le barbucce dei sultani. E’ sicuro che a Siena si scelse un nome che ha a che fare con l’arricciare qualcosa. Per quanto riguarda invece il nome marzapane alcune fonti sostengono che l’etimologia della parola derivi dalla città birmana di Martaban, mentre altre sono più propense a credere che derivi dal termine arabo mauthban, un caratteristico contenitore dei panetti di marzapane.
Nel 2010 il Ricciarello di Siena ha ottenuto la certificazione IGP: la zona di lavorazione e confezionamento comprende l’intero territorio amministrativo della provincia di Siena. Sono ideali consumati a fine pasto abbinati a tè, caffè o vini dolci locali come il Vin Santo o Moscadello di Montalcino
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